Industry

4.11.2025

Settore manifatturiero: 5 trend che rivoluzioneranno le vendite entro il 2030

Ecco cinque tendenze chiave che le aziende manifatturiere devono conoscere per competere nel nuovo scenario industriale globale.
Settore manifatturiero: 5 trend che rivoluzioneranno le vendite entro il 2030

Introduzione

Il settore manifatturiero è alle soglie di una trasformazione profonda. I prossimi cinque anni non assomiglieranno affatto ai precedenti: si profila un cambiamento sostanziale nel modo in cui le imprese si relazionano con i propri clienti, sviluppano strategie commerciali e rispondono a un contesto globale sempre più instabile e competitivo.

Chi guida oggi un team di vendita in ambito manifatturiero se ne è già accorto. Le domande che pongono i buyer sono cambiate, così come il concetto di “valore” in una trattativa. Emergono nuovi concorrenti, spesso più agili, e le aspettative del mercato si evolvono rapidamente. In questo scenario in continua mutazione, si impone la necessità di identificare con chiarezza le tendenze che stanno riscrivendo le regole del gioco.

Questa ricerca condotta da SugarCRM identifica cinque megatrend destinati a ridisegnare le vendite nel settore manifatturiero da qui al 2030. Non si tratta di previsioni astratte, ma di segnali concreti che molte aziende stanno già cogliendo.

 

Key Takeaways

Ecco cosa imparerai leggendo questo articolo:

  • Quali sono i principali trend nel settore manifatturiero che influenzeranno le vendite da qui al 2030

  • Come l’intelligenza artificiale sta rivoluzionando i processi commerciali grazie a CRM predittivi e suggerimenti automatizzati

  • Perché le supply chain locali stanno diventando un vantaggio competitivo rispetto ai modelli globali

  • Cosa significa vendere “as-a-service” e come gestire relazioni a lungo termine ad alto margine

  • Come la sostenibilità ambientale incide sempre di più sulle decisioni di acquisto B2B

  • Qual è il ruolo della fabbrica flessibile e automatizzata nella conquista di commesse urgenti e personalizzate

  • Perché agire oggi è l’unico modo per mantenere la competitività nel settore.

 

1. L’era della vendita algoritmica

Non è più la quantità di venditori a fare la differenza, ma la qualità delle decisioni che essi riescono a prendere, grazie al supporto dell’intelligenza artificiale.

Sempre più spesso, i moderni CRM analizzano i dati e suggeriscono azioni concrete: quale cliente contattare, con quale offerta, in quale momento. In molti casi, queste raccomandazioni si rivelano più accurate dell’intuito umano. Gli algoritmi non si limitano a classificare le opportunità, ma ne stimano il potenziale di chiusura, individuano le trattative a rischio e propongono le azioni successive più efficaci.

Il potenziale dell’IA si sta già concretizzando: secondo la ricerca State of AI 2025 di McKinsey, il 71% delle aziende utilizza già l'intelligenza artificiale generativa in almeno una funzione aziendale.

Per i direttori commerciali, la sfida consiste nell’investire sulla qualità dei dati e sulla preparazione dei team. Solo così sarà possibile sfruttare a pieno la capacità predittiva delle tecnologie e trasformare ogni suggerimento algoritmico in un vantaggio competitivo.

 

2. La grande riconfigurazione della supply chain

Stiamo assistendo a un ripensamento profondo delle catene del valore. Se la globalizzazione ha dominato la scena per decenni, oggi la tendenza si sta invertendo.

Sempre più aziende scelgono di diversificare i fornitori e riportare le produzioni più vicino ai mercati di destinazione. Le ragioni sono molteplici: maggiore resilienza di fronte a eventi imprevisti, riduzione dei rischi geopolitici, pressione normativa, nuove esigenze dei buyer. Oggi, includere partner regionali nella proposta di vendita non è più un’opzione, ma una condizione per rimanere competitivi.

Negli Stati Uniti, le intenzioni di reshoring sono aumentate del 15% nel 2025, segnalando un orientamento sempre più marcato verso reti manifatturiere regionali.

Per le imprese italiane ed europee, ciò si traduce nella necessità di dimostrare affidabilità logistica, flessibilità nell’approvvigionamento e capacità di adattarsi a un nuovo equilibrio tra prossimità e globalità.

 

3. Il decennio in cui nessun accordo finisce davvero

Le logiche tradizionali basate sulla vendita di prodotto stanno lasciando spazio a modelli relazionali di lungo periodo. La trasformazione in atto è quella che vede il passaggio da una logica transazionale a una logica "as-a-service".

Sempre più spesso, ciò che il cliente acquista non è un bene tangibile, ma un risultato: continuità operativa, efficienza produttiva, output garantito. I contratti si evolvono in veri e propri partenariati strategici, in cui le clausole di performance, i meccanismi di revenue sharing e i modelli di rinnovo diventano centrali.

Secondo i dati raccolti, i margini generati dai servizi e dalle attività di aftermarket possono arrivare a essere fino a quattro volte superiori rispetto a quelli delle nuove vendite.

In questo scenario, il compito dei team commerciali è chiaro: abbandonare la logica del “closing” e abbracciare una cultura del “customer lifetime value”, orientando compensi, coaching e strumenti verso la gestione attiva del valore nel tempo.

 

4. L’economia del carbonio

La sostenibilità è ormai un criterio rilevante – e in crescente ascesa – nei processi di acquisto B2B. Non si tratta più di una questione reputazionale, ma di un fattore economico e competitivo a tutti gli effetti.

In molte gare, l’impronta carbonica è diventata una voce da quantificare, comunicare e difendere. Le aziende che riescono a documentare l’impatto ambientale dei propri prodotti sono premiate non solo in termini di immagine, ma anche in termini di pricing. In alcuni casi, i prodotti a basse emissioni sono gli unici ammessi alla gara.

Una recente indagine (Voice of the Consumer 2024) evidenzia come i buyer siano disposti a pagare in media il 9,7% in più per prodotti sostenibili.

Diventa quindi essenziale integrare la sostenibilità nella narrazione di vendita: non come elemento accessorio, ma come parte integrante del valore offerto.

 

5. La fabbrica post-human

L'automazione non è più un tema futuro: è una realtà che sta già trasformando la capacità produttiva delle imprese manifatturiere.

Le tecnologie emergenti – dalla robotica alla schedulazione intelligente, fino alle micro-fabbriche modulari – abilitano una flessibilità impensabile fino a pochi anni fa. La possibilità di riconfigurare una linea produttiva in tempi ridotti può rappresentare un vantaggio decisivo, soprattutto in contesti in cui la velocità è un fattore competitivo.

Dal 2016 al 2023, la densità media di robot nelle fabbriche è più che raddoppiata, passando da 74 a 162 unità ogni 10.000 addetti.

Anche senza disporre di impianti completamente autonomi, le aziende che valorizzano già oggi l’agilità nei propri processi sono meglio posizionate per attrarre clienti esigenti, gestire lotti personalizzati e vincere gare ad alta marginalità.

 

Conclusione - L’urgenza di agire: una chiamata alla trasformazione

I megatrend qui analizzati non sono proiezioni speculative, ma dinamiche già in corso. Ignorarli o posticipare le decisioni strategiche equivale a perdere terreno competitivo. Le imprese manifatturiere che agiscono oggi – investendo in tecnologie predittive, modelli commerciali innovativi, supply chain resilienti e pratiche sostenibili – si assicureranno una posizione di leadership nei prossimi anni.

Impresoft Engage si propone come partner strategico in questo percorso di trasformazione. Accompagniamo le aziende del settore manifatturiero nell’evoluzione delle vendite con soluzioni concrete: software CRM predittivi, agenti AI e automazione intelligente, gestione dati avanzata e modelli relazionali capaci di generare valore nel tempo.

Per scoprire come affrontare i prossimi anni con visione e strumenti adeguati, contattaci e approfondisci come possiamo supportare la tua azienda a cogliere il potenziale di questa nuova fase industriale.

 

Laura Bertinato
Articolo di:

Laura Bertinato

Sales Manager di Impresoft Engage. Quando non mi occupo di CRM, mi dedico ad organizzare il prossimo viaggio o a coltivare la mia passione per il canto. Inoltre, da qualche anno ricopro con orgoglio il ruolo di CEO della Mamma S.p.A. - un'azienda impegnativa, ma insostituibile!

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