23.04.2024

Intelligenza artificiale: 4 domande all’esperto

Scopri come l'intelligenza artificiale sta rivoluzionando vari settori, attraverso un'intervista esclusiva con il Chief Product Officer di SugarCRM, Rich Green, e i recenti avanzamenti in machine learning e AI.
Intelligenza artificiale: 4 domande all’esperto

L’argomento “intelligenza artificiale” è di gran moda in questo momento e molte aziende, appartenenti a qualsiasi settore, stanno ragionando su come l’intelligenza artificiale magicamente cambierà tutto.

E, quando diciamo ogni settore, intendiamo ogni settore.

Già dal 1970 i data scientist studiavano il potenziale dell’intelligenza artificiale; oggi però, la sensazione è diversa. Sembra che l’intelligenza artificiale sia davvero sul punto di cambiare il mondo per sempre.

Rich Green, Chief Product Officer di SugarCRM, ha rilasciato un’intervista sul questo tema; la riportiamo per condividere l’opinione di chi è davvero sul pezzo.

Cosa c’è di diverso questa volta su tutto ciò che gira intorno al tema dell’intelligenza artificiale?

La più grande differenza questa volta sono le persone: coloro che oggi si occupano di innovazione sono le stesse persone che usano l’intelligenza artificiale ogni giorno. In passato si lavorava a questo tipo di progetti in un laboratorio universitario, ora invece si dispone di aziende come Facebook e Google in grado di offrire investimenti enormi sulla ricerca; inoltre si dispone di data set e data scientist migliori. Questi nuovi professionisti sono coloro che lavorano per migliorare l’intelligenza artificiale, facilitati ad  integrare ciò su cui stanno lavorando con il mondo di oggi a livello pratico.

Ci sono poi altre grandi differenze. Per prima cosa, le tecniche correlate allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, come ad esempio la machine learning, sono di gran lunga migliori avendo più dati a disposizione. Attualmente, la quantità di informazioni è tale che consente di andare oltre con l’intelligenza artificiale e fare cose più interessanti grazie ad una maggiore precisione statistica proveniente proprio dai big data.

In secondo luogo è stata raggiunta la potenza di calcolo necessaria per fare intelligenza artificiale. L’intelligenza artificiale è passata da essere una tecnologia goffa e invadente ad un sistema trasparente ma soprattutto utile per le  “connected experience” delle persone.

Penso che l’industria IT stia ancora discutendo ciò che è veramente intelligenza artificiale e ciò che non lo è.  Si può considerare l’Artificial Intelligence nella stessa categoria di machine learning e deep learning?

L’intelligenza artificiale è appunto una categoria, non è una tecnologia specifica. La machine learning, il deep learning, i neural network e molte altre tecnologie fanno tutte parte della stessa categoria di intelligenza artificiale. L’industria IT ama discutere su ciò che è intelligenza artificiale e cosa non lo è. Io sono del parere che tutte queste tecnologie sono fondamentali e necessarie per creare l’evoluzione dell’intelligence digital assistant; il self-learning, i chatbot e le auto self-driving (che continuano a migliorare in modo esponenziale la loro precisione) rientrano tutte nella categoria di intelligenza artificiale.

Ad esempio, strumenti come Google Translate ora usano la machine learning per fornire traduzioni notevolmente più rapide ed accurate. In questo particolare campo il sistema ha fatto passi da gigante.

In passato molte persone che hanno lavorato sulle tecnologie di intelligenza artificiale sono state in un certo senso disilluse e questo, al tempo, ne limitò il progresso. Pensi che questo scenario si ripeterà?

Direi che è altamente improbabile. I migliori ricercatori del mondo in materia di intelligenza artificiale non sono più confinati nella sola ricerca nel mondo accademico. Oggi hanno l’opportunità di condividere e collaborare con aziende come Facebook, Google e Amazon; in questo modo possono far progredire il loro lavoro più velocemente grazie all’accesso diretto a dati e risorse pressoché illimitate. Possono testare e validare il loro lavoro con i più grandi motori di ricerca al mondo. Con questa libertà di accesso e di sperimentazione, il ritmo dell’innovazione sta accelerando ad una velocità senza precedenti.

Siamo attualmente nel “peak hype” dell’intelligenza artificiale?

“Hype” è un termine interessante. A differenza del passato, oggi si realizzano cose molto prima di quanto la maggior parte delle persone sono in grado di credere. Ma attenzione, siamo ancora su un livello superficiale rispetto alle reali capacità e utilità dell’intelligenza artificiale. Certo, rispetto agli anni ’70 e ’80, abbiamo un’elevata crescita, quindi direi che non c’è alcun impedimento logico a questo hype cycle.

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