Negli ultimi anni la ricerca online è cambiata profondamente. Oggi oltre la metà delle ricerche su Google si conclude senza un click: gli utenti trovano le risposte direttamente nei risultati, spesso generate da funzionalità AI o su piattaforme alternative come YouTube.
La SEO tradizionale non basta più. Con l’avvento dei motori di ricerca AI (come ChatGPT o le AI Overviews di Google), i brand devono adattare le loro strategie di visibilità. Il gioco non è più presidiare una sola piattaforma: è diversificare la presenza e ottimizzare i contenuti sia per gli utenti che per i modelli di intelligenza artificiale.
Secondo un sondaggio McKinsey, nel 2024 il 78% delle aziende ha utilizzato l’AI in almeno una funzione di business (contro il 55% dell’anno precedente). Questa diffusione massiva ha trasformato anche le abitudini di ricerca e consumo delle informazioni.
La novità non è il percorso d’acquisto (dalla consapevolezza alla scelta del prodotto), ma i canali che guidano ogni fase. Sempre più spesso la scoperta iniziale avviene tramite AI search engines, che plasmano le prime tre fasi del buyer’s journey.
Mentre la SEO tradizionale si concentrava sui risultati in SERP, l’AEO , che significa, AI Engine Optimization, si focalizza sul fornire risposte complete e pertinenti direttamente tramite i Large Language Models (LLM).
Per riuscirci, occorre:
Creare contenuti ottimizzati per l’AEO è solo il primo passo. La vera sfida è amplificarli nei canali giusti, dove i buyer cercano informazioni e interagiscono.
Per orientare i marketer in questo nuovo scenario, HubSpot ha sviluppato il Loop Marketing Playbook, un modello che aiuta le aziende a evolvere in un contesto dominato dall’AI e da canali sempre più frammentati.
Questo framework si basa su quattro fasi cicliche che permettono di mantenere il brand rilevante e competitivo:
L’AEO si inserisce perfettamente nella fase di Amplify, perché consente di presidiare un nuovo canale cruciale: quello dei motori di ricerca AI e dei modelli linguistici. Non si tratta solo di “distribuire” i contenuti, ma di farli vivere e farsi citare in ambienti dove le decisioni di acquisto prendono forma.
La diversificazione dei canali non è solo una buona pratica: è una necessità, perché gli utenti stanno spostando la loro attenzione su spazi digitali diversi dai motori di ricerca tradizionali. Community, piattaforme video e forum stanno assumendo un ruolo sempre più centrale nel percorso di scoperta.
Ecco alcuni dati che mostrano l’evoluzione in atto:
Questi numeri confermano che la strategia di canale deve seguire i comportamenti reali del pubblico: non occorre essere ovunque, ma essere presenti nei touchpoint più rilevanti, dove la conversazione e la scoperta avvengono davvero.
L’AI non è solo un nuovo canale, ma un vero punto di svolta nella discoverability. I siti aziendali oggi devono non solo attrarre gli utenti, ma anche influenzare i motori AI che li guidano nelle decisioni di acquisto.
Chi saprà adattarsi non sarà semplicemente “trovato”: verrà raccomandato, citato e posizionato esattamente nel momento in cui l’intento d’acquisto è più alto.
In Impresoft Engage, come Elite Partner HubSpot, supportiamo le aziende in questa transizione: dall’ottimizzazione SEO tradizionale all’AEO, fino alla costruzione di strategie multicanale realmente efficaci.
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