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AI Search e AEO: come cambia la SEO tradizionale

Scritto da Diego Zordan | Sep 30, 2025 1:07:06 PM

AI Search: la nuova sfida per brand e marketer

Negli ultimi anni la ricerca online è cambiata profondamente. Oggi oltre la metà delle ricerche su Google si conclude senza un click: gli utenti trovano le risposte direttamente nei risultati, spesso generate da funzionalità AI o su piattaforme alternative come YouTube.

La SEO tradizionale non basta più. Con l’avvento dei motori di ricerca AI (come ChatGPT o le AI Overviews di Google), i brand devono adattare le loro strategie di visibilità. Il gioco non è più presidiare una sola piattaforma: è diversificare la presenza e ottimizzare i contenuti sia per gli utenti che per i modelli di intelligenza artificiale.

 

L’ascesa dell’AI e l’impatto sui comportamenti di ricerca

Secondo un sondaggio McKinsey, nel 2024 il 78% delle aziende ha utilizzato l’AI in almeno una funzione di business (contro il 55% dell’anno precedente). Questa diffusione massiva ha trasformato anche le abitudini di ricerca e consumo delle informazioni.

La novità non è il percorso d’acquisto (dalla consapevolezza alla scelta del prodotto), ma i canali che guidano ogni fase. Sempre più spesso la scoperta iniziale avviene tramite AI search engines, che plasmano le prime tre fasi del buyer’s journey.

 

Dalla SEO all’AEO (AI Engine Optimization)

Mentre la SEO tradizionale si concentrava sui risultati in SERP, l’AEO , che significa, AI Engine Optimization, si focalizza sul fornire risposte complete e pertinenti direttamente tramite i Large Language Models (LLM).

Come ottimizzare i contenuti per l'AEO?

Per riuscirci, occorre:

  1. Scegliere i topic giusti
    Non basta più puntare a singole keyword. Serve presidiare intere aree semantiche, costruendo contenuti completi che associano il brand a una categoria di prodotto o servizio.

  2. Creare contenuti con intento
    I LLM privilegiano informazioni accurate, ben strutturate e arricchite da fonti affidabili. Contenuti con valore aggiunto, ad esempio dati proprietari o insight unici, hanno più probabilità di emergere.

  3. Ottimizzare per la leggibilità AI
    Ogni paragrafo deve essere autonomo e autoesplicativo, così da poter essere estratto come “chunk” dai modelli AI. L’uso di entità e relazioni chiare (es. “HubSpot CRM aiuta i team sales a tracciare i lead”) facilita la comprensione da parte delle macchine.

 

Dal contenuto alla distribuzione: la nuova amplificazione

Creare contenuti ottimizzati per l’AEO è solo il primo passo. La vera sfida è amplificarli nei canali giusti, dove i buyer cercano informazioni e interagiscono.

Per orientare i marketer in questo nuovo scenario, HubSpot ha sviluppato il Loop Marketing Playbook, un modello che aiuta le aziende a evolvere in un contesto dominato dall’AI e da canali sempre più frammentati.

Questo framework si basa su quattro fasi cicliche che permettono di mantenere il brand rilevante e competitivo:

  • Express: esprimere con chiarezza identità, tono e posizionamento;
  • Tailor: personalizzare esperienze e contenuti con l’aiuto dell’AI;
  • Amplify: diversificare la presenza sui canali più strategici, per farsi trovare da persone e algoritmi;
  • Evolve: adattare e ottimizzare costantemente, sulla base dei segnali del mercato.

L’AEO si inserisce perfettamente nella fase di Amplify, perché consente di presidiare un nuovo canale cruciale: quello dei motori di ricerca AI e dei modelli linguistici. Non si tratta solo di “distribuire” i contenuti, ma di farli vivere e farsi citare in ambienti dove le decisioni di acquisto prendono forma.

 

Nuovi comportamenti e piattaforme in crescita

La diversificazione dei canali non è solo una buona pratica: è una necessità, perché gli utenti stanno spostando la loro attenzione su spazi digitali diversi dai motori di ricerca tradizionali. Community, piattaforme video e forum stanno assumendo un ruolo sempre più centrale nel percorso di scoperta.

Ecco alcuni dati che mostrano l’evoluzione in atto:

  • Reddit: oltre 50 milioni di utenti attivi giornalieri negli USA (2025);
  • YouTube: più di 2,5 miliardi di spettatori globali.

Questi numeri confermano che la strategia di canale deve seguire i comportamenti reali del pubblico: non occorre essere ovunque, ma essere presenti nei touchpoint più rilevanti, dove la conversazione e la scoperta avvengono davvero.

 

Le nuove strategie introdotte dall’AEO

  • Esperienza in tempo reale: sul sito aziendale, l’utente si aspetta risposte immediate e percorsi fluidi. Un assistente AI integrato può anticipare domande e fornire risorse pertinenti in pochi secondi.

  • Creator economy: la fiducia si è spostata dalle aziende agli esperti indipendenti. Recensioni su YouTube o post autentici su LinkedIn hanno oggi più credibilità di un comunicato stampa. Collaborare con creator di fiducia amplifica la portata e trasferisce autorevolezza.

  • AI per la produzione di contenuti: l’AI può accelerare la trasformazione di contenuti long-form in asset brevi, personalizzare testi per diversi segmenti e gestire attività di editing. L’obiettivo è liberare tempo per la creatività, non sostituire l’intervento umano.

  • Adv di nuova generazione: la pubblicità diventa interattiva e personalizzata. Esempio: campagne video su LinkedIn che mostrano feature diverse in base al ruolo del viewer (un CFO vede una dashboard per calcorare il ROI, un sales manager una pipeline dinamica).

Come cavalcare il cambiamento dell’AEO

L’AI non è solo un nuovo canale, ma un vero punto di svolta nella discoverability. I siti aziendali oggi devono non solo attrarre gli utenti, ma anche influenzare i motori AI che li guidano nelle decisioni di acquisto.

Chi saprà adattarsi non sarà semplicemente “trovato”: verrà raccomandato, citato e posizionato esattamente nel momento in cui l’intento d’acquisto è più alto.

In Impresoft Engage, come Elite Partner HubSpot, supportiamo le aziende in questa transizione: dall’ottimizzazione SEO tradizionale all’AEO, fino alla costruzione di strategie multicanale realmente efficaci.

 

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